HUG: Hetalia Ultimate Gdr

[In corso] II SCENARIO: Vampiri Steampunk

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Amelia F. Jones
view post Posted on 1/8/2012, 22:30




CONTESTO


Londra, 1853.
Dai sobborghi d’una metropoli investita in pieno dall’ondata di entusiasmo che ha accompagnato le miracolose innovazioni degli ultimi anni, all’insaputa della gente comune e dei cantori d’una nuova epoca d’inarrestabile progresso, non ha mai smesso di farsi strada una minaccia terribilmente antica ed irrazionale.
A credere nell’esistenza dei vampiri, ormai, sono rimasti in pochi: qualche vecchia nonnina superstiziosa, un santone disposto a sostenere qualsiasi teoria estranea agli assunti della scienza ufficiale, un paio di baristi pettegoli ed alcolizzati (o forse, semplicemente, dotati d’una vista più allenata di quella di molti altri)… ed ultima, ma non meno importante, un’associazione di cacciatori tanto silenziosa quanto letale, capillarmente diffusa lungo l’intero perimetro urbano. I suoi membri non parlano mai in giro del proprio lavoro notturno, preferendo non rischiare di sfregiare con ipotetiche accuse di schizofrenia la facciata di normalità (borghese, in linea di massima, ma vi stupirebbe sapere quanti di loro frequentino abitualmente il Parlamento e le ville nobiliari – dopotutto, i buoni rapporti col potere centrale si rivelano indispensabili in qualsiasi epoca e circostanza) tenuta insieme con tanta accortezza e fatica; a volte può risultare difficile, in pubblico, fingere di non saper maneggiare quelle armi complesse che tutti fissano con stupore, di non conoscerne un uso alternativo ben più efficace con i morti che con i vivi.
Non morti, in realtà, per essere esatti. È così che i cacciatori chiamano quelli che alcuni di loro considerano diaboliche creature da incubo ed altri dei fastidiosi, ingombranti parassiti: persone spirate fuori dalla grazia di Dio, risvegliatesi dal proprio sonno con un insaziabile desiderio di sangue, capaci di condurre alla stessa dannazione altri esseri umani. S’aggirano ovunque, queste figure spettrali, talvolta aggredendo e talvolta seducendo, prestando attenzione soltanto a non attardarsi fino al sorgere del sole, la cui luce ha il potere di ridurli in cenere.
Basta sedersi, come il folle ma coriaceo guardiano del cimitero di Highgate, chiudere gli occhi ad attendere la prossima alba, per poi leggere con rassegnata disinvoltura il necrologio del Times.





ISTRUZIONI NARRATIVE


STEAMPUNK
Lo stile adottato in questa sezione è quello dello steampunk più classico, avente per scenario la Londra vittoriana e per anacronismi tecnologici tutto ciò che si fonda sul vapore e sui meccanismi ad orologeria.
Per qualsiasi delucidazione, tuttavia, date le numerose derivazioni a cui il suddetto stile ha dato vita, non esitate a chiedere/proporre!

VAMPIRI
- Li si può uccidere tagliando loro la testa, facendo in modo che vengano investiti dalla luce solare, gettandoli in pasto alle fiamme. Temono i simboli cristiani e l’acqua benedetta causa loro leggere ustioni; non possono, inoltre, cibarsi del sangue d’un uomo morto, pena il patimento di sofferenze capaci anche di portare alla morte.
- I loro cinque sensi sono assai più sviluppati del normale (vedono perfettamente al buio e sono in grado di captare rumori o ascoltare conversazioni a molti metri di distanza, ad esempio), così come la velocità, l’agilità e la forza; più un vampiro è anziano, più queste abilità aumentano d’efficacia.
- NON luccicano alla luce del sole U_____U.

CACCIATORI
- Agiscono da soli o in un gruppo, a seconda delle preferenze individuali. Tutti, però, fanno capo alla sede centrale dell’organizzazione, situata al primo piano dell’insospettabile (?) “Rise”-bar.
- Alcuni di loro preferiscono usare armi tradizionali, altri amano sperimentare la nuova tecnologia nella creazione di balestre, asce o lanciafiamme particolarmente sofisticati. Sta alla libera creatività del singolo.





ELENCO PERSONAGGI



Fem!NordItalia: Myst
Fem!Germania: Amelia H. Jones
Francia: likeaboss;
Fem!Francia: Gwen chan
Spagna: Yuki Delleran
Sud Italia: Arthur Kirkland~
Romania: ~Phantom Lady





Modello Profilo-pg:
Nome:
Età:
Ruolo:
Background:
Segni Particolari:


Edited by Amelia H. Jones - 27/10/2012, 21:57
 
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Amelia F. Jones
view post Posted on 3/8/2012, 15:38




Luise
Nome: Luise Weilschmidt

Età: 23 anni

Ruolo: cacciatrice di vampiri. Durante il giorno, non disdegna di svolgere qualche lavoretto part-time, con il duplice obiettivo d’arrotondare i propri guadagni e di risparmiarsi l’invadente curiosità dei vicini, già fin troppo determinati a rispolverare lo scandaloso concetto di “donna che vive da sola ed esce soltanto la notte” - i più pettegoli? Gli uomini di cui Luise ha perentoriamente rifiutato le avances e le oltraggiate consorti di quest’ultimi.

Segni Particolari: Alcune cicatrici piuttosto vistose (una sul viso, che parte dalla fronte e finisce per costeggiare il naso; una sul braccio destro, la cui forma potrebbe richiamare i segni lasciati da dita artigliate; una sorta di “x” allungata, infine, all’altezza dell’ombelico). Una vasta gamma di armi più o meno tradizionali ed oggetti di varia utilità (pugnali, boccette contenenti acqua benedetta, lame intrise di sangue d’uomo morto) nascosti in ogni piega d’un abbigliamento solitamente caratterizzato da una generosa prevalenza di pelle, cuoio ed altri tessuti ugualmente resistenti. La bizzarra simpatia che sembra suscitare nei cani randagi, sempre felici di trotterellarle dietro per un pezzo di strada e che lei sarebbe anche disposta a portarsi a casa, se solo l’ampiezza di quest’ultima ed il relativo regolamento condominiale glielo permettessero.

Background: Luise cresce in un ambiente familiare abbastanza atipico, figlia d’un docile e socievole guardiano notturno del British Museum e d’una famosa&famigerata cacciatrice di vampiri (come il nonno, il bisnonno, il trisavolo e così via, per chissà quante generazioni), che si preoccupa d’avviare la sua promettente e volenterosa primogenita verso la stessa carriera, curandone personalmente l’addestramento… faticoso e soggetto ad ogni genere di rischio, ma che Luise si mostra determinata a portare a termine con il massimo risultato. Risultato che puntualmente arriva, giusto in tempo perché un’appena quindicenne Luise possa leggere in esso, oltre ad una conquista individuale, un modo per dar senso alla recente perdita della madre (uccisa nel corso d’un agguato ordito da un manipolo di non-morti: con il leader di quest’ultimi la ragazza finirà per scontrarsi circa due anni dopo il tragico episodio, riuscendo ad avere la meglio ma riportando una ferita al volto).
Gli anni successivi all’ingresso ufficiale nella pur eclettica e dispersiva associazione dei cacciatori scorrono, per Luise, fra gli alti e bassi d’una routine incentrata sul suo irrinunciabile lavoro notturno, spesso all’origine d’improvvise peregrinazioni verso gli angoli più remoti dell’Inghilterra, e su una più quieta ma non meno pittoresca vita diurna, scandita da sonni mai troppo lunghi, impieghi occasionali e lo stress causato dai colpi di testa del distrattissimo padre, capace di sparire di casa per mesi e tornare all’improvviso con souvenir di chiara provenienza africana. Da citare anche una breve relazione sentimentale con un collega di qualche anno più grande, interrottasi a causa del trasferimento di questi in Russia, dovuto ad un improvviso incremento dell’attività sovrannaturale; è probabile, in realtà, che l’uomo non avesse intenzione di troncare del tutto i rapporti con la partner, ma che l’abilità di quest’ultima nel camuffare il proprio dispiacere e nell’accettare con composta razionalità l’inevitabile separazione abbia, come dire, scoraggiato un po’ il giovanotto.
Attualmente, Luise vive all’ultimo piano d’un vecchio palazzo edificato sulle sponde del Tamigi, da ella appositamente riadattato in forma di trappola mortale per qualsiasi vampiro che abbia l’ardire di provare ad intrufolarvisi.





- Perdonate l’immagine stupida, l’ho trovata troppo tenera e non ho resistito XDDDDD!
- Nel profilo non ho accennato ad eventuali fratelli o sorelle di Luise, ma sono sempre in tempo a modificare il tutto, nel caso in cui qualcuno voglia prenotare Ludwig/Gilbert/Julchen.
- La figura del padre di Luise non è ispirata a nessun personaggio in particolare, sebbene me lo sia immaginato con qualche caratteristica felicianesca: non so perché, ma mi fa sorridere l’idea di questa ragazza molto virile alle prese con un padre “fluffoso” e dalla testa in aria, che fa stare costantemente in apprensione la figlia.
 
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Myst
view post Posted on 6/8/2012, 21:43




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Nome Felicia Vargas

Età: aveva 19 anni quando è stata trasformata in vampiro, ma questo è successo 5 anni fa

Ruolo: vampira solitaria, ora "collaboratrice" di Luise

Background: Felicia era una ragazza di origini umili e lavorava come cuoca in una casa signorile in città. Un sera, quando si era persa in una parte sconosciuta della città, un misterioso signore di bell'aspetto la aiutò a ritrovare la strada di casa. Si diedero appuntamento qualche sera più tardi, e lei svicolò in segreto fuori di casa per incontrarlo. Tuttavia, sulla strada per il luogo dell'appuntamento venne aggredita da un gruppo di ubriachi, portata nei boschi e violentata.
L'uomo che le aveva dato appuntamento (che era in realtà un vampiro) la ritrovò in fin di vita, e la trasformò in vampira. Improvvisamente, però, il vampiro sparì - Felicia poté trovare tracce del suo sangue nel bosco vicino al suo nascondiglio. Spaventata all'idea che qualche nemico potesse attaccarla, fuggì lontano dalla città natale, nella speranza di ritrovare il vampiro che l'aveva creata o almeno di capire che cosa gli fosse accaduto.
Dopo qualche anno passato a vivere sola, alla fine incontrò Luise, trovando in lei la prima amica (almeno dal punto di vista di Felicia) dopo tanta solitudine.
Felicia ha anche un fratello maggiore, dal quale è tuttavia fuggita, vergognandosi di quello in cui era stata trasformata.

Segni Particolari: i lunghi capelli castano ramati sono ondulati ma non ricci, e tuttavia c'è una ciocca birichina che insiste nel non voler lasciarsi pettinare e nell'arricciarsi all'insù. I suoi occhi, castani prima della trasformazione, ora hanno dei notevoli riflessi dorati.
Essendo un vampiro, pur essendo una ragazza in apparenza gracile ha una forza insospettabile e, soprattutto, sa essere molto veloce.
Diversamente dalla maggior parte degli altri vampiri, Felicia detesta l'idea di uccidere le sue prede: preferisce morderle e succhiare quanto sangue basta a mantenerla in piedi e lasciarle scappare. Questo le ha inimicato la maggior parte dei vampiri che ha incontrato sulla sua strada, i quali ritengono che uccidere le prede e farne sparire il cadavere sia il metodo migliore per continuare a vivere senza essere scoperti dai cacciatori.
Desidera fortemente tornare a vedere il sole e spesso si trattiene all'esterno finché le prime luci dell'alba colorano il cielo. Solo il suo forte attaccamento alla "vita" le ha impedito, finora, di rimanere a vedere il sole sorgere per un'ultima volta.

Qui potete trovare una storia più dettagliata dell'incontro tra Luise e Felicia, e di come la ragazza venne trasformata in vampiro~
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 6/8/2012, 22:15





Nome: Antonio Fernandez Carriedo

Età: 26 anni da umano, circa 100 da vampiro.

Ruolo: Nobile vampiro dei tempi andati. A volte, per poter sostenere lo stile di vita a cui è sempre stato abituato, si barcamena con lavoretti in locali notturni dove offre la propria affascinante compagnia in cambio di soldi e, spesso, tributi in sangue da parte delle sue clienti/vittime.

Background: Non era semplice per un giovane che amava la bella vita e il divertimento vivere nell’epoca dell’Inquisizione Spagnola. Antonio era nato in una famiglia nobile ed era cresciuto nella bambagia, abituato ad ottenere su un piatto d’argento qualunque cosa desiderasse. Per questo quando la sua famiglia subì una grave perdita finanziaria a causa dell’investimento sbagliato e di una truffa legata a quest’ultimo, fu traumatico per lui vedersi sottrarre ogni privilegio. L’unica ipotesi ventilata per salvare i Carriedo dalla bancarotta era un matrimonio d’interesse tra il loro unico figlio e una fanciulla appartenente alla ricca classe dei mercanti. Sotto l’ombra oscura dell’Inquisizione, la cerimonia religiosa sembrava l’unico modo per mettere al sicuro l’onore e la vita di un giovane di quell’epoca. Rassegnato all’inevitabile, Antonio aveva accettato quell’espediente, decidendo di concedersi solo un’ultima notte nel quartiere dei piaceri prima di legarsi indissolubilmente ad un’unica donna. Fu lì che incontrò una fanciulla di straordinaria bellezza. Un abitante delle coste mediterranee come lui non poteva che rimanere affascinato dai tratti nordici, dai capelli tanto chiari da rivaleggiare con l’argento, dagli occhi di ghiaccio e dalla pelle di porcellana della sconosciuta. Non si pose il minimo problema quando lei lo trascinò in un vicolo e nemmeno quando, invece di baciarlo, iniziò a riservare strane attenzioni al suo collo. Solo quando i canini acuminati della donna penetrarono nella sua giugulare gli tornarono alla mente i racconti di mostri succhiasangue e non-morti che aveva sempre considerato alla stregua di favole. Vampiri, demoni che si nutrivano di sangue umano prosciugando le loro vittime di ogni linfa vitale e che temevano i simboli sacri. Con le sue ultime forze aveva sollevato la croce che portava al collo, ma la vampira aveva sogghignato, per nulla intimorita.
Non ricordava quasi nulla di quanto accaduto in seguito, tranne il dolore lancinante che aveva lacerato il suo corpo per giorni interi e quegli occhi glaciali costantemente fissi su di lui, come se lo vegliassero. Era convinto che sarebbe morto, poteva sentire ogni cellula del suo corpo disgregarsi e si chiedeva perché quel mostro non gli desse il colpo di grazia. Che senso aveva prolungare quell’atroce sofferenza?
Poi, una sera, al calare delle tenebre, si era risvegliato in preda ad una brama incontrollabile, che non sapeva spiegarsi e che l’aveva portato ad attaccare come un animale la prima creatura che gli capitò davanti. L’immagine di quegli occhi azzurri sgranati s’impresse per sempre a fuoco nella sua mente.
Non seppe mai perché lei l’avesse fatto, se cercava un compagno o semplicemente dei seguaci, l’unica cosa che sapeva era che era stata un’ingenua se aveva pensato di poter controllare la forza dirompente che sentiva crescere dentro di sé.
Il recupero completo della coscienza richiese parecchio tempo e periodi di coscienza misti ad altri di buio completo. In uno sprazzo di lucidità si rese conto di trovarsi nell’ingresso di villa Carriedo, coperto di sangue. Ai suoi piedi giacevano i cadaveri dei soci che avevano truffato la sua famiglia e di fronte a lui sua madre lo fissava con occhi pieni di terrore. Ricordava solo di aver detto: «L’ho fatto per voi. » prima che la donna iniziasse a strillare minacciando di chiamare gli inquisitori. Il brivido di terrore che lo aveva attraversato era bastato a farlo sprofondare nuovamente nella follia omicida e, quando si era ripreso, villa Carriedo era ormai solo un’immensa tomba. Al culmine della disperazione si era reso conto che era solo questione di tempo prima che gli inquisitori gli dessero effettivamente la caccia e che non gli restava altro che la fuga. Era un efferato assassino e nemmeno la croce che portava al collo poteva essergli dannosa. Nonostante il disgusto che provava per sé stesso, il suo corpo dotato di una forza nuova e apparentemente indistruttibile restava ostinatamente attaccato a quella condizione di non-vita.
Per anni aveva vissuto come un cacciatore, occultandosi nelle tenebre e perdendo via via ogni scrupolo nei confronti delle sue vittime: non erano altro che cibo di cui aveva bisogno per sopravvivere, semplici bestie da macello.
Finchè non era arrivato Lovino.

Segni particolari: Porta al collo una croce, quasi ad ostentare il fatto che i simboli sacri non possono ferirlo. In realtà si tratta dell'unico oggetto risalente alla sua vita "mortale", nonchè unico ricordo della famiglia e monito a non precipitare più nella follia che ne ha causato la strage.
Porta i capelli leggermente lunghi, spesso legati da un nastro alla moda del secolo precedente che non è mai riuscito ad abbandonare, spacciando la propria nostalgia per pigrizia. I suoi occhi normalmente sono verdi, ma appena nutrito assumono delle sfumature rossastre dovute alla quantità di sangue ingerito.

Me lo passate il vezzo degli occhi che cambiano colore? :P Se non va bene lo tolgo.


Edited by Yuki Delleran - 11/8/2012, 01:53
 
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likeaboss;
view post Posted on 11/8/2012, 16:10




« De Satan ou de Dieu, qu'importe ? Ange ou Sirène, »*


Nome: Françis Bonnefoy
Età: 27 anni umani, quasi 250 da non morto.
Ruolo: Vampiro da circa due secoli e mezzo; ha mantenuto la propria ricchezza, l'ha fatta fiorire ancora di più, se possibile, sotto vari falsi nomi. E' uno dei tanti uomini ricchi di Londra.

« qu'importe, si tu rends, - fée aux yeux de velours, »


Background: 1593, Batignolles, Paris. Francis nacque nel mese di luglio in uno dei quartieri piuttosti popolato della capitale francese. Il suo nome è dovuto all'amore che entrambi i genitori nutrono per la propria patria; un'adorazione così potente da farli partecipare quasi subitaneamente ai disegni politici dell'epoca. Erano nobili, non aristocratici, e per questo non avevano alle spalle alcun cognome importante. Bonnefoy risuonava di vecchie terre acquistate a peso d'oro, di qualche beneficio da parte dei sovrani che si succedevano, dell'inchiostro bagnato sulla carta fine per firmare le cambiali. La strada per diventare qualcuno, affermare il loro nome a corte era tanta. Ma a lui non interessava: Francis voleva cantare, farsi ammirare sul palco, imbellettato, vestito con il cotone orientale, a voltarsi di tanto in tanto per fingere di non vedere gli sguardi ammirati nei suoi riguardi.
La famiglia disapprovava il suo comportamento. Non era degno, voleva confondersi con il popolino. L'assolutismo non aveva portato ciò che aveva promesso, eccetto ai suoi genitori, che già vagheggiavano come la residenza di Versailles, una volta ultimata la costruzione, sarebbe potuta essere.
Visse cantando la Guerra dei Trent'Anni, sui palchetti dei teatrini delle strade secondarie, su quelli più grandi quando si trattava dei salotti della via principale. Ufficialmente nell'aristocrazia parigina, poteva avere tutto quello che voleva, eccetto la libertà.
La libertà, un giorno la trovò, in due occhietti azzurri che lo fissavano da una galleria, durante la messa scena di un atto. Coup de foudre.** I baci, le carezze, l'amore riscoperto, il sangue, la morte, la vita da un altro punto di vista, immobile. Poi la sua scomparsa, il sorrisino, "Tu feras de grandes choses!"***, non sapeva neanche il suo nome.
La libertà era divenuta una prigione fredda, diafana, perennemente florida nel suo puzzo di stantio. Era un vampiro, un vampiro!, non sapeva neanche cosa fossero! Doveva scappare, fuggire, le luci di Parigi erano accecanti, il sipario doveva calare, vite vite, lo avrebbero scoperto, ucciso.
Viaggiò a lungo, la Guerra era terminata da un pezzo****, il nuovo secolo stava per giungere e l'esotica New Orleans era divenuta il suo pasto quotidiano. Non cantava più, ma aveva un nome, aveva sfruttato le conoscenze impartitegli dai genitori, era un proprietario terriero, aveva molto da gestire, ma era tutto falso. I nomi che dava per firmare i contratti, le visite serali con i suoi clienti. Tutto, tutto. "Ce monsieur-là est bizarre, mais il est tellement une bonne personne!"***** Se solo avessero saputo.
Era qualcuno – finalmente i genitori dall'aldilà sarebbero stati orgogliosi di lui! – ma, allo stesso tempo, non era nessuno. Non era libero, era solamente un non morto in una città che si era portata via tutto da lui.
A Londra, invece, si trasferì negli anni '30, visto che Parigi non era più quella di un tempo e Bonnefoy era diventata la targhetta annerita di una casupola di campagna.
Ormai risiedeva in una casa vittoriana e dai toni bohèmes, sprangata il giorno e aperta la notte.
Si nascondeva nella folla, Francis, viveva delle vite altrui, gestiva i suoi affari, finché l'ultimo atto non sarebbe veramente giunto.

« rythme, parfum, lueur, ô mon unique reine! - »


Segni particolari: Veste particolarmente bene, curato in ogni minimo aspetto. Ha dei tratti molto delicati, ma non per questo femminei; i capelli gli arrivano alle spalle e spesso li lega in un codino basso di laccetti di raso, un tessuto che ama molto.

« l'univers moins hideux et les instants moins lourds? »



*« Da Satana o da Dio, che importa? da Angelo o Sirena,
che importa, se tu ci rendi -fata dagli occhi di velluto,
ritmo, profumo, luce, mia unica regina!,
l'universo meno odioso, meno pesante il minuto? »
E' l'ultima strofa dell' "Inno alla Bellezza" di Baudelaire, sia lo stralcio in francese che quello in italiano sono frutto della mia memoria, lol. Perdonatemi se ho sbagliato qualcosa X°
**"Colpo di fulmine" che, immagino, abbia avuto con una Giovanna d'Arco ante litteram. La stessa che poi lo trasforma. /scena drammatica da MariusxArmand, pls.
***"Farai grandi cose!"
****La Guerra dei Trent'Anni termina nel 1648.
*****"Quell'uomo è strano, ma è tanto una brava persona!

Spero di non avervi annoiati troppo. *A*''
 
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~Phantom Lady
view post Posted on 15/8/2012, 15:30




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Nome: Dan Adrianescu
Età: 24 anni
Ruolo: Cacciatore di vampiri. Di giorno lavora in una osteria per non destare troppi sospetti, ma anche per ascoltare se i clienti parlottano di vampiri, in quei casi cerca di integrarsi nel discorso, altrimenti continua il proprio lavoro senza farsi troppi problemi. Di notte esce dalla finestra di casa per passare il più possibile inosservato, anche se gli è capitata qualche persona che ha frainteso il suo gesto pensando che fosse un ladro e con tutta l'aria di volerlo picchiare per metterlo in riga.
Background: La sua famiglia si è trasferita da Bucarest alla periferia di Londra per questioni economiche. L'ambientazione è stata difficile, soprattutto per Dan, che veniva spesso scambiato per un vampiro. Per questo non godeva di una buona reputazione tra gli altri bambini, che costantemente lo evitavano perchè i grandi li ammonivano e spaventavano con terrificcanti legende su non-morti che trasformano le persone in mostri, istruendo i figli su come eliminarli. Quindi buona parte dei tentatativi di fare amicizia con gli altri bambini da parte di Dan sono stati respinti. Da piccolo, anche se fosse stato comunque un vampiro, era innocuo. Per questo ogni volta che gli altri lo stuzzicavano o prendevano in giro non capiva completamente il perchè e lo deludeva il fatto che nessuno volesse giocare con lui. Non capitava neanche troppo raramente che quelli più grandicelli si divertissero ad infastidirlo e a volte i concittadini volevano ricorrere alle pratiche di uccisione se non fosse per i genitori, che ovviamente, lo difendevano. C'è anche stato un periodo in cui credeva di essere un non-morto, per quanto le voci al riguardo erano insistenti. Una volta cresciuto decisero di metter fine alla storia, facendolo squagliare al sole, ma si accorsero pieni di disappunto che era un ragazzino normale e per questo cominciarono a scusarsi immensamente, reinserendo Dan nella vita comune e sociale a suon di pacche sulle spalle e bevute in compagnia, con l'unica differenza che il ragazzo li guardava con un po' di diffidenza perchè ricordava in quei compagni anche i bambini che gli avevano rovinato l'infanzia. Intorno ai 20 anni entrambi i genitori tornarono in Romania avendo recuperato la situazione economica, mentre loro figlio decise di rimanere in Inghilterra perchè aveva sentito qualche voce di corridoio circa la caccia ai vampiri, ma mascherò questa motivazione ai genitori, dicendogli che aveva trovato un lavoro ben pagato in una osteria, dove, appunto, aveva sentito notizie su una squadra di cacciatori proprio dai clienti. A causa del suo passato non c'è cosa che odia più dei vampiri e farebbe di tutto per eliminarli dalla faccia della terra, prova verso i non-morti un senso di repellenza e ogni volta che ne avvista uno avrebbe l’impulso di ucciderlo anche a mani nude (anche se la cosa è un po' improbabile), ma, in un certo senso, capisce come si sentono ad essere allontanati da tutti e al contempo cacciati.
Segni Particolari: I suoi capelli sono biondo- marroncini ( o strawberry blond, come li chiama Hetalia Archives) e gli occhi hanno una tonalità rossastra. Il canino sinistro è appuntito e sporge dal suo labbro. Per questo viene spesso scambiato per un vampiro, nonostante faccia di tutto per dimostrare il contrario, proprio a causa del background.Indossa generalmente abiti comodi e non ama troppo vestirsi elegante. Sotto i vestiti indossa sempre una grande quantità di croci, porta sempre con sè una treccia d'aglio, un pugnale con sangue di un morto e una boccetta di acqua santa perchè ama i metodi tradizionali. Quando cucina infila sempre uno spicchietto d'aglio per scoprire se si trova davanti ad un vampiro o ad un semplice essere umano.

Vi ho già detto della mia assenza dal 21 al 26, vero? Spero non sia un problema! Ah, e a volte mi capita di non connettermi con il piccì perchè lo divido con mio fratello e uso quindi un minitablet che però è tremendamente scomodo e pertanto non mi vengono sempre frasi prive di errori. Cercherò di ricontrollare, comunque! Se c'è qualcosa che non va ditemelo che cambio subito. Per esempio, il fatto dell'aglio... se non ricordo male sono deboli a questo, no?
Vi sareste aspettati Romania come vampiro e col nome di Vlad/Vladimir, vero? xD Ok, non ho più niente da dire, se dovete farmi notare una cosa non c'è problema!

 
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Amelia F. Jones
view post Posted on 15/8/2012, 16:07




Da domani, i post di commento qui presenti verranno spostati nel thread degli "Sparlottamenti" che verrà creato apposta per la Girandola di Tricolori.



Il profilo di Dan è un amore XDDDDD (finalmente un collega serio ;O;)!
Per quanto riguarda l'aglio, in teoria non figurerebbe fra gli "antidoti vampireschi" che abbiamo deciso d'adottare nel gioco, ma non penso ci siano problemi ad inserirlo, eventualmente.


Ricordo a tutti che l'avvio della sezione è previsto per domani!
Nel caso in cui non abbiate ancora deciso come introdurre il vostro personaggio, potete usare questo stesso thread per accordarvi con gli altri utenti.

 
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Gwen chan
view post Posted on 16/8/2012, 13:04




posso prenotare fem!francia (tanto per cambiare?). posterò la scheda il prima possibile.
 
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Amelia F. Jones
view post Posted on 16/8/2012, 13:10




CITAZIONE
posso prenotare fem!francia (tanto per cambiare?). posterò la scheda il prima possibile.

Yup!
Aggiorno l'elenco~
 
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Gwen chan
view post Posted on 16/8/2012, 17:03





www.zerochan.net/941047

Nome: Cécile Bonnefoy
Età: 25 anni apparenti. E' stata traformata in vampiro circa cinquant'anni prima.
Ruolo: seducente e misteriosa prostituta d'alto bordo, vive per la bellezza, soprattutto la propria, da cui è ossessionata.

Background:

Cècile era bella, ma il destino non aveva apparecchiato per lei una vita destinata alle rose, alle perle e ai broccati.
Figlia di un operaio imbruttito, corrotto dall'alcool di bassa lega delle unte osterie parigine, nella Francia ancora sconvolta dalla Rivoluzion, e di una lavandaia indurita dalla fame e dalle botte, la ragazza di sicuro avrebbe assistito a breve allo sfiorire della propria bellezza.
Provava orrore, disgusto, quando le sue mani, tanto pallide e delicate, mani da gran signora, si arrossavano, mentre il rude sapone spezzava in un intrico di sangue il loro uniforme epidermide.
Oh, che disgrazia per lei essere nata in una catapecchia tanto umida e miserabile, sepolta, schiacciata da altre case altrettanto fatiscenti, lontano dalla luce del sole che ritiene più doveroso illuminare gli ampi giardini del palazzi regali.
Fu a quindici anni, quando la sua bellezza fino a quel momento rimasta acerba iniziava a rompere prepotentemente gli argini dell'infanzia, in quel periodo in cui va più curata, come un tenero e raro fiore; quando già si profilavano all'orizzonte progetti di matrimonio con un uomo che non sarebbe stato migliore di suo padre, morto in carcere quando lei aveva sei anni, che Cécile decise di scappare di casa.
Povera, sola, senza niente se non il proprio avvenente corpo, su cui -in un'osteria dove si era fermata per rinfrescare la gola- omacci ubriachi già allungavano le loro manacce, la giovane comprese come i suoi capelli, i suoi seni, le sue gambe, le sue labbra potessero essere l'unica arma, l'unico mezzo per sopravvivere in un ambiente ostile e corrotto.
Furono anni difficili, passati in uno dei tanti bordelli della Ville Lumiére, fatti di bassi salari e di uomini rudi, in cui aggrapparsi a ogni successo, fino a scalare l'intera gerarchia del piacere e arrivare a essere una delle prostitute più famose e richieste della città.
Compiva 23 anni, Cécile quando per la prima volta fu ammessa nei salotti dell'alta borghesia. La ragazza sporca e lacera di otto anni prima, aveva lasciato il posto a una donna avvenente e colta, capace di intrattenere piacevolmente i suoi ospiti in raffinate e amene conversazioni.
Eppure non era felice. Ogni giorno, quando si truccava e preparava davanti allo specchio fremeva d'orrore quelle microscopiche rughe che già comparivano, malvagie, attorno agli suoi occhi chiari.
La sua giovinezza, la sua bellezza... non aveva altro, non poteva perderle. Non era solo vanità, era la sua vita.
Fu in quel perido che da un suo amante, facoltoso inglese studioso e amante dell'occulto, Cécile venne a sapere che negli oscuri sobborghi di Londra, al calare delle tenebre, creature misteriose uscivano dagli anfratti del buio, dal marciore delle tombe, per celebrare i loro riti infernali a base di sangue.
Creature senza tempo né religione.
La donna, due anni dopo, si imbarcava su una nave diretta in Inghiterra e nella capitale vagò, senza meta, desiderosa, fra le sporche viuzze in cui si perde la ragione umana, offrendo se stessa alle loro zanne.
Gioì quando uno di quelli scelse il suo sangue come dolce elisir, gioì nello scoprire che il tempo era diventato cieco davanti a lei, che mai più avrebbe potuto toccarla.
Il prezzo da pagare non aveva alcuna importanza, lei sarebbe rimasta bella per sempre.

Segni Particolari:una voglia di fragola dalla vaga forma di giglio stilizzata sulla nuca. Porta sempre con sè un medaglione di quelli in cui si tengono le foto, la quale è di solito quella del suo amante preferito del momento.

Probabilmente la sistemerò e modificherò in seguito. Metto il link dell'immagine perché al momento non ho gli strumenti per modificarla e tagliarla
 
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Arthur Kirkland~
view post Posted on 16/8/2012, 19:10




Modificherò sicuramente qualcosa, non ho riletto dunque non assicuro nulla per forma/grammatica/senso @@'.


Nome: Lovino Vargas.

Età: 25 anni.

Ruolo: Cacciatore di vampiri. Durante il giorno, lavora come svogliatobarman al Rise, giusto per non allontanarsi troppo dalla sede centrale ed evitare di poter destare ogni sorta di sospetto - curandosi di raggirare in prima persona gli str**zi ficcanaso o qualsivoglia i pettegoli intriganti -, facendosi forte d'un atteggiamento che non potrebbe in alcun modo tradire segreti d'ogni sorta. Si barcamena, dunque, tra cameriere un po' provocanti (ritiene semplicemente facili, le londinesi) e porci imbarbati al brandy sempre pronti ad allungarsie un po' troppo le mani - puntualmente mandati a ca*are, in tutti i seni, o resi immuni per ben assestate, fisiche e non, risposte.
La sera, ad ogni modo, è solito fare una capatina al proprio appartamento, situato a pochi metri dal Bar e giusto al piano più alto d'un'antica palazzina, perchè non indifferente al panorama grottesco e all'impronta onirica di quel viale alberato.

Background: Primogenito di una modesta famiglia siciliana, Romano visse una tortuosa vita a cavallo tra la florida campagna del meridione italiano e le inquietanti paludi dell'Inghilterra vittoriana. Aveva circa dodici anni quando il padre - umile agricoltore isolano - decise di abbandonare la loro terra di ulivi e vigneti a favore della lontana Gran Bretagna e di un lavoro più redditizio offertogli da un imprenditore locale. Ebbe modo di studiare a fatica, per mancanza di tempo e soprattutto di iniziativa, preferendo rendersi utile ai genitori che qualche anno dopo dovettero affrontare una grave crisi economica - ed una malattia, peraltro, che colpì la madre ancora giovanissima. Per animo fatalista ed altrettanto superstizioso, Lovino si convinse che la sfortuna fosse il più alto lusso dei poveri, che lì certamente non avrebbe frenato il proprio impulso distruttore, risparmiando quantomeno la piccola sorella, Felicia, nei confronti della quale nutriva un amore piuttosto morboso: era ingenua, lei, piena di speranze e pronta a concedere al più barbaro degli uomini la positività assoluta, forzandosi di vederne una sfumatura pressoché buona. Ed ecco, tant'era, la giovane cuoca ben presto scomparve, tornando ai suoi occhi come creatura e non più femmina. Il più grande dolore, se non altro, quello di non essere riuscito a proteggerne l'integrità, non aver per tempo frenato il rigurgito di folle dolore che certamente aveva strappato dai suoi occhi grandi tutti i sogni di bambina.

Imperdonabile.

La ricerca fu vana, in realtà, ma non tanto da vietargli una corsa ancor più matta e vendicativa che trascinò gambe e furie alla grande capitale. Lasciata ai genitori una ferma promessa ed un bacio labile alla fronte della madre moribonda, Lovino si presentò a chi di dovere in qualità di cacciatore - o meglio, in qualità di volontario disposto a vender l'anima pur di piantare anche un solo paletto (e con sommo gaudio) al cuore dei rivoltanti non-morti -, il cui addestramento avvenne sotto fatiche immense ma infinitamente motivate che lo portano a raccogliere stima e fiducia d'un paio di singolari personalità interne all'associazione, garantendosi per giunta un lavoro diurno che fungesse da efficace e proficua sottocopertura.
I giorni trascorsero lenti, a Romano spettarono grandi soddisfazioni riflesse in non pochi pericoli, qualche esperienza d'amore troppo debole per risultar sincera (un vero debole per il gentil sesso, tuttavia), persino incontri del tutto inattesi che ne oltraggiarono le convinzioni - Antonio, il nome di tanta malaugurata sorte - ed un solo, vacuo Sole, quello delle notti soffiate dal profumo della nebbia, contrasto gelido al ricordo siciliano, caldo, sempiterno.

Perchè la vendetta, quella vera, era tutto ciò che avrebbe potuto promettere a Felicia, l'unico riscatto effettivo che avrebbe lenito la frustrazione e la sofferenza.


Un giuramento, dunque.
Un giuramento pronunciato con le labbra al crocifisso.


Segni particolari: A discapito della corta chioma composta, sta un ciuffo graziosamente ribelle volto a fermarsi a mezz'aria con antipatica determinazione (e piuttosto scomoda, invero, dato il suo ruolo di sensibile punto erogeno). Il corpo asciutto non è certo avulso da una forza notevole e, specialmente, da una capacità di destreggiarsi a dir poco sorprendente - per di più, è capace di correre a velocità potenzialmente disumane (per un duplice motivo, in effetti: inseguire o scappare). Diverse armi di vario taglio o utilizzo, indossati sotto panni abili nel camuffarne la presenza. Porta sul petto un crocifisso in oro bianco e sul retro della nuca, a ridosso del collo, un tatuaggio di medesima forma, chiuso dalla parola 'Amen'. Ha un debole per il gentil sesso, in ogni sua forma - beh, più o meno... - e per i seni di taglie piuttosto abbondanti. A tavola esige sempre del pane e del vino e non consuma mai un pasto di fattura straniera, pretendendo per le proprie labbra cibo rigorosamente italiano.

Fatevi avanti, pezzi di me*da.
 
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10 replies since 1/8/2012, 22:30   7241 views
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