L'entrata in scena di Lily, beh, Feliciano l'aveva accolta con un sorriso molto gentile~ e con un cenno del capo altrettanto brioso, pur senza smettere di tener d'occhio, con sguardo dispettosamente allusivo, l'inglese rimasta accucciata sulla cattedra.
Non che, quando si aveva a che fare con fanciulle un po' matte, simili precauzioni servissero a molto. L'italiano se ne rammentò appena un istante prima di subire quella sorta di... mmmh, strampalata, di certo molesta ma, in qualche modo, anche vagamente allettante aggressione.
Se, ad esempio, la compagna avesse usato più
la lingua dei denti, veh~
-Ohi, ohi...- fece, in un sussurro divertito, per richiamare l'attenzione dell'altra
-... sei un po' affamata, forse? Ma è un peccato...- osservò, sottintendendo un non troppo velato riferimento all'euforicamente sbandierata verginità di Rose
-... perchè sei molto carina.- aggiunse, con un sorrisetto malizioso, per poi scoccare un provocante, rapidissimo bacio sulle labbra della ragazza.
Beh, si, era carina, ma con la testa proprio tantotantotanto non ci stava!... però era meglio così, no?, perchè altrimenti avrebbe ripreso a parlare di cose noiose, di uomini noiosi e di sesso noioso, mentre lui, quel giorno, aveva solo parecchia voglia di divertirsi e di
giocare. Soprattutto perchè, uhm, aveva l'impressione la serata precedente fosse stata un po' triste e non soddisfacente come avrebbe potuto davvero (oh...
davvero) essere.
-Però, sai...- riprese, mentre portava la mano libera sotto l'altra gamba di Rose, un po' per sorreggerla meglio ed un po' per stuzzicarla ulteriormente, pur senza dare l'impressione di star approfittando di quel contatto
-... c'è questa nostra compagna così graziosa, qui, che potrebbe sentirsi a disagio, vedendoti fare proposte così esplicite ad un ragazzo~.- soggiunse, rivolgendo una sorta di (a dire il vero, poco pentita) occhiata di scuse a Lily, prima d'avanzare di nuovo verso la cattedra, così da permettere alla signorina che teneva ancora per le gambe di sedervisi, chinandosi verso di lei fin quasi a sfiorarle la fronte con la propria.
Durante il tragitto che l'aveva condotto, in (deprimente e poco reattiva) compagnia del senpai tedesco, dalla sede del Consiglio Studentesco all'aula di musica, Alfred si era preoccupato principalmente di sbirciare all'interno di tutte le classi trovate aperte, tanto per farsi un'idea della portata di quella follia collettiva/epidemia di sadismo/botta in testa ad effetto domino.
Lo scenario era sempre lo stesso, un po' ovunque: meno alunni rispetto al solito, divisi tra facce cattive e facce stralunate, pochi i professori seduti in cattedra e...
yeah, la netta sensazione che le zone attualmente più frequentate dell'istituto fossero i dormitori ed i giardini.
Great!, considerato che non era per nulla allettato dalla prospettiva di riavvicinarsi alla propria camera, col rischio di ritrovarvi la porta del bagno distrutta a suon di morsi ed Arthur ad attenderlo sul letto, con un paio di manette.
Chissà, poi, che fine
poteva aver fatto suapotevano aver fatto le sue sorelle...
... intanto, ehi, quella di Artie aveva tutta l'aria di spassarsela un mondo!
-Hi!- salutò, allegro, fermandosi sulla soglia dell'aula
-I'm sorry, but...- (
really, gli dispiaceva sul serio, sapendo quanto quella ragazza fosse... uhm,
a sort of loser, con gli uomini) fece, appoggiandosi allo stipite dell'uscio, con la spalla sinistra
-... il senpai ha insistito per venire a fare un controllo.- spiegò, accennando col capo a Ludwig, mentre il suo sguardo andava a soffermarsi sull'altra ragazza lì presente.
Magari era meglio aspettare di sentirla parlare, per trarre una conclusione, ma la sua faccia non gli sembrava né cattiva né stralunata.