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[In corso] II SCENARIO: Vampiri Steampunk

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Yuki Delleran
view post Posted on 6/8/2012, 22:15 by: Yuki Delleran





Nome: Antonio Fernandez Carriedo

Età: 26 anni da umano, circa 100 da vampiro.

Ruolo: Nobile vampiro dei tempi andati. A volte, per poter sostenere lo stile di vita a cui è sempre stato abituato, si barcamena con lavoretti in locali notturni dove offre la propria affascinante compagnia in cambio di soldi e, spesso, tributi in sangue da parte delle sue clienti/vittime.

Background: Non era semplice per un giovane che amava la bella vita e il divertimento vivere nell’epoca dell’Inquisizione Spagnola. Antonio era nato in una famiglia nobile ed era cresciuto nella bambagia, abituato ad ottenere su un piatto d’argento qualunque cosa desiderasse. Per questo quando la sua famiglia subì una grave perdita finanziaria a causa dell’investimento sbagliato e di una truffa legata a quest’ultimo, fu traumatico per lui vedersi sottrarre ogni privilegio. L’unica ipotesi ventilata per salvare i Carriedo dalla bancarotta era un matrimonio d’interesse tra il loro unico figlio e una fanciulla appartenente alla ricca classe dei mercanti. Sotto l’ombra oscura dell’Inquisizione, la cerimonia religiosa sembrava l’unico modo per mettere al sicuro l’onore e la vita di un giovane di quell’epoca. Rassegnato all’inevitabile, Antonio aveva accettato quell’espediente, decidendo di concedersi solo un’ultima notte nel quartiere dei piaceri prima di legarsi indissolubilmente ad un’unica donna. Fu lì che incontrò una fanciulla di straordinaria bellezza. Un abitante delle coste mediterranee come lui non poteva che rimanere affascinato dai tratti nordici, dai capelli tanto chiari da rivaleggiare con l’argento, dagli occhi di ghiaccio e dalla pelle di porcellana della sconosciuta. Non si pose il minimo problema quando lei lo trascinò in un vicolo e nemmeno quando, invece di baciarlo, iniziò a riservare strane attenzioni al suo collo. Solo quando i canini acuminati della donna penetrarono nella sua giugulare gli tornarono alla mente i racconti di mostri succhiasangue e non-morti che aveva sempre considerato alla stregua di favole. Vampiri, demoni che si nutrivano di sangue umano prosciugando le loro vittime di ogni linfa vitale e che temevano i simboli sacri. Con le sue ultime forze aveva sollevato la croce che portava al collo, ma la vampira aveva sogghignato, per nulla intimorita.
Non ricordava quasi nulla di quanto accaduto in seguito, tranne il dolore lancinante che aveva lacerato il suo corpo per giorni interi e quegli occhi glaciali costantemente fissi su di lui, come se lo vegliassero. Era convinto che sarebbe morto, poteva sentire ogni cellula del suo corpo disgregarsi e si chiedeva perché quel mostro non gli desse il colpo di grazia. Che senso aveva prolungare quell’atroce sofferenza?
Poi, una sera, al calare delle tenebre, si era risvegliato in preda ad una brama incontrollabile, che non sapeva spiegarsi e che l’aveva portato ad attaccare come un animale la prima creatura che gli capitò davanti. L’immagine di quegli occhi azzurri sgranati s’impresse per sempre a fuoco nella sua mente.
Non seppe mai perché lei l’avesse fatto, se cercava un compagno o semplicemente dei seguaci, l’unica cosa che sapeva era che era stata un’ingenua se aveva pensato di poter controllare la forza dirompente che sentiva crescere dentro di sé.
Il recupero completo della coscienza richiese parecchio tempo e periodi di coscienza misti ad altri di buio completo. In uno sprazzo di lucidità si rese conto di trovarsi nell’ingresso di villa Carriedo, coperto di sangue. Ai suoi piedi giacevano i cadaveri dei soci che avevano truffato la sua famiglia e di fronte a lui sua madre lo fissava con occhi pieni di terrore. Ricordava solo di aver detto: «L’ho fatto per voi. » prima che la donna iniziasse a strillare minacciando di chiamare gli inquisitori. Il brivido di terrore che lo aveva attraversato era bastato a farlo sprofondare nuovamente nella follia omicida e, quando si era ripreso, villa Carriedo era ormai solo un’immensa tomba. Al culmine della disperazione si era reso conto che era solo questione di tempo prima che gli inquisitori gli dessero effettivamente la caccia e che non gli restava altro che la fuga. Era un efferato assassino e nemmeno la croce che portava al collo poteva essergli dannosa. Nonostante il disgusto che provava per sé stesso, il suo corpo dotato di una forza nuova e apparentemente indistruttibile restava ostinatamente attaccato a quella condizione di non-vita.
Per anni aveva vissuto come un cacciatore, occultandosi nelle tenebre e perdendo via via ogni scrupolo nei confronti delle sue vittime: non erano altro che cibo di cui aveva bisogno per sopravvivere, semplici bestie da macello.
Finchè non era arrivato Lovino.

Segni particolari: Porta al collo una croce, quasi ad ostentare il fatto che i simboli sacri non possono ferirlo. In realtà si tratta dell'unico oggetto risalente alla sua vita "mortale", nonchè unico ricordo della famiglia e monito a non precipitare più nella follia che ne ha causato la strage.
Porta i capelli leggermente lunghi, spesso legati da un nastro alla moda del secolo precedente che non è mai riuscito ad abbandonare, spacciando la propria nostalgia per pigrizia. I suoi occhi normalmente sono verdi, ma appena nutrito assumono delle sfumature rossastre dovute alla quantità di sangue ingerito.

Me lo passate il vezzo degli occhi che cambiano colore? :P Se non va bene lo tolgo.


Edited by Yuki Delleran - 11/8/2012, 01:53
 
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10 replies since 1/8/2012, 22:30   7241 views
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