Gocce, gocce, gocce... Un ticchettio molesto, nient'altro.
Era confuso nell'eco dei rintocchi secchi, piuttosto inquietante, invero, se legato alla quiete umbratile che seguì il frastuono, tempestoso e rigido, urlato dal vento o dai suoi colori.
...
Colori, ecco, non riusciva a vederne: forse perchè gli occhi, chiusi in un silenzio atavico, si erano serrati a causa del dolore dovuto a quell'impatto sordo, un momento prima d'avvertire un peso, affannato e tiepido, intrecciarsi al suo corpo torpido e ormai privo di sensi. E... E chissà a cos'erano dovute tutte quelle gocce. Dal modo in cui suonavano infrangersi sul pavimento, sembravano essere piuttosto dense, rotondeggianti, ben... Pienotte, si,
veh.
Era un vero peccato credere che non potesse essere dolcissima tempera a scivolare sul metallo roboante. Forse semplice acqua?...
Le tempie presero a dolergli con notevole insistenza, strappandogli un mugugno debole, contenuto, che si risolse in un lievissimo gemito quando gli arti sembrarono destarsi dalla temporanea sonnolenza succitata. Ed il collo... Umh,
ahi!..., non riusciva a muoverlo del tutto, tanto sembrava offeso dalla botta ricevuta - male, malissimo,
veh... !
Piano, recuperò sensibilità lungo le braccia, confuso a tal punto da accogliere istintivamente un tremito di lieve paura, al quale soggiunse il rincuorante appellativo espresso dall'amico.
- Germania... ! -Lo sbiascicò, curandosi di dar subito risposta a quel dubbioso richiamo, in un flebile e rapido sussurro - tanto più stupevolmente sollevato dalla presenza del compagno che non dall'aver realizzato d'essere ancora vivo.
Non riusciva a capire bene, ma di certo non stata sognando, no..., e quella voce ne fu il dolce esempio, giunto con imperiosa apprensione - la solita, tutta tedesca~.
Tese il collo e tentò di schiudere le palpebre, ritrovandosi a sfiorare, boccheggiando, ciò che, pur nella contingenza informe e caotica, gli sembrò chiaro essere il volto di Ludwig, alla presenza del quale abbozzò un sorriso pronto ad assumere tutti i tratti d'un soffio.
- Si... E tu... Tu stai bene?... Umh, Giappone... ? -La domanda, mormorata con voce flebilmente tesa, alla quale urgeva risposta ben più impellente d'ogni altra necessità, lo portò a sfiorare con la labbra una parte del suo viso; ma tanto era lo stordimento, che Feliciano non comprese neppure di essergli abbracciato.
Edited by Yao Wang~ - 13/7/2012, 21:40