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Isola sperduta - Costa Sud

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Yao Wang~
view post Posted on 31/5/2012, 00:13




***Isola sperduta - Costa Sud.
Tutt'intorno i toni inazzurrati del mare, sfumati in violenti tratti violacei, sabbia grumosa e dorata ad incorniciare il verde fitto e paludoso d'una foresta dai contorni tropicali. Addentratevi pure alla ricerca di frutti maturi o carne fresca, ma prestate massima attenzione alle insidie della natura.***

 
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Myst
view post Posted on 2/6/2012, 17:59




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Ludwig tentò a fatica di riaprire gli occhi, ma non vide altro che nero. Tentò di muoversi, ma non riusciva nemmeno a capire in che posizione fosse messo - le gambe e le braccia, però, le sentiva bloccate.
Inspirò profondamente, mentre la mente cercava di fare chiarezza sul buio che aveva oscurato gli ultimi momenti della caduta.

La tromba d'aria improvvisa li aveva investiti in pieno, e nonostante lui avesse fatto del suo meglio per mantenere l'elicottero in volo, aveva perso il controllo dei comandi. Quello che era successo dopo era davvero difficile da descrivere. L'elicottero, completamente in balia del vento, era stato sballottato qua e là dalla furia della tempesta.
Nell'abitacolo, regnava il caos più totale. Ludwig aveva tentato disperatamente di riguadagnare il controllo del veivolo, ma non c'era stato verso. Quando avevano cominciato a perdere drasticamente quota, improvvisamente, sotto di loro era comparsa quella che sembrava una foresta. Ludwig era riuscito a riprendere la guida dell'elicottero per qualche istante, giusto il tempo di frenare appena l'impeto della macchina prima che questa si schiantasse tra i rami della foresta...

Tentò nuovamente di aprire gli occhi - c'era qualcosa davanti alla sua faccia, qualcosa che gli impediva di vedere.. tentò di muovere le mani per scostarla, qualsiasi cosa fosse, e si rese conto di avere le braccia strette intorno a qualcosa... qualcosa di caldo e, beh, pesante, dato che se lo ritrovava addosso.

- Italien? -

Ja. Poco prima dello schianto, abbandonati definitivamente i comandi, Ludwig aveva istintivamente afferrato l'amico seduto accanto a lui per cercare in qualche modo di attutire l'impatto.

- Va tutto bene? - chiese, mentre si dimenava per riuscire a tirarsi su, costretto in quello che rimaneva dell'abitacolo dell'elicottero.
- Giappone? - chiamò poi, sperando che l'alleato stesse bene.
 
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Yao Wang~
view post Posted on 3/6/2012, 00:45




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Gocce, gocce, gocce... Un ticchettio molesto, nient'altro.

Era confuso nell'eco dei rintocchi secchi, piuttosto inquietante, invero, se legato alla quiete umbratile che seguì il frastuono, tempestoso e rigido, urlato dal vento o dai suoi colori.
... Colori, ecco, non riusciva a vederne: forse perchè gli occhi, chiusi in un silenzio atavico, si erano serrati a causa del dolore dovuto a quell'impatto sordo, un momento prima d'avvertire un peso, affannato e tiepido, intrecciarsi al suo corpo torpido e ormai privo di sensi. E... E chissà a cos'erano dovute tutte quelle gocce. Dal modo in cui suonavano infrangersi sul pavimento, sembravano essere piuttosto dense, rotondeggianti, ben... Pienotte, si, veh.
Era un vero peccato credere che non potesse essere dolcissima tempera a scivolare sul metallo roboante. Forse semplice acqua?...

Le tempie presero a dolergli con notevole insistenza, strappandogli un mugugno debole, contenuto, che si risolse in un lievissimo gemito quando gli arti sembrarono destarsi dalla temporanea sonnolenza succitata. Ed il collo... Umh, ahi!..., non riusciva a muoverlo del tutto, tanto sembrava offeso dalla botta ricevuta - male, malissimo, veh... !
Piano, recuperò sensibilità lungo le braccia, confuso a tal punto da accogliere istintivamente un tremito di lieve paura, al quale soggiunse il rincuorante appellativo espresso dall'amico.

- Germania... ! -

Lo sbiascicò, curandosi di dar subito risposta a quel dubbioso richiamo, in un flebile e rapido sussurro - tanto più stupevolmente sollevato dalla presenza del compagno che non dall'aver realizzato d'essere ancora vivo.
Non riusciva a capire bene, ma di certo non stata sognando, no..., e quella voce ne fu il dolce esempio, giunto con imperiosa apprensione - la solita, tutta tedesca~.
Tese il collo e tentò di schiudere le palpebre, ritrovandosi a sfiorare, boccheggiando, ciò che, pur nella contingenza informe e caotica, gli sembrò chiaro essere il volto di Ludwig, alla presenza del quale abbozzò un sorriso pronto ad assumere tutti i tratti d'un soffio.

- Si... E tu... Tu stai bene?... Umh, Giappone... ? -

La domanda, mormorata con voce flebilmente tesa, alla quale urgeva risposta ben più impellente d'ogni altra necessità, lo portò a sfiorare con la labbra una parte del suo viso; ma tanto era lo stordimento, che Feliciano non comprese neppure di essergli abbracciato.

Edited by Yao Wang~ - 13/7/2012, 21:40
 
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Kia Lao
view post Posted on 4/6/2012, 16:21




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Aveva ancora impresso nella testa i momenti di sprezzante pericolo e di rischio che avevano vissuto nella cabina di pilotaggio del veicolo prima dello schianto. Era stata una cosa breve, tutto sommato, ma così tesa da avere ancora dei crampi per il nervosismo sulle gambe che, ora, non riuscivano a reggerlo. Sapeva che non avrebbero rischiato molto con quell' incidente, era solamente una tappa forzata e altamente fastidiosa che avrebbe totalmente ritardato la tabella dei suoi orari. Loro erano Nazioni. Nonostante la loro "dote soprannaturale" questo non gli impedì di gemere leggermente per i lividi ricevuti al momento dello scontro con il terreno. Fortunatamente i suoi vestiti erano solo leggermente graffiati ed erano ancora integri al loro meglio.

Sapeva di essere svenuto, insieme con i suoi due alleati, per un certo periodo di tempo, ma al risveglio, come prima cosa, si premette la mano contro la testa, per fermare un terribile malditesta. Aprì a fatica gli occhi e si fissò la mano un po' rossa : aveva sbattuto violentemente la testa contro la maniglia della porta, ma sia la sua testa sia la porta, avevano resistito rimanendo integre. Apparentemente fù l' ultimo a rinvenire fra i tre, rispondendo a fatica ai loro deboli richiami. Tutto a posto, non vi preoccupate.

Non si volle alzare per ora. Cercò di prendere a pieni polmoni l' aria che era satura di sale : erano atterrati su un' isola? Forse gli faceva male tutta quella aria salmastra, ma aveva tanto bisogno di respirare con calma, come se riempiendosi i polmoni riuscisse a togliere da se un peso, un senso di colpa, che gli era precipitato addosso. Territorio nemico o amico? chiese ai due, che conoscevano la geografia europea certamente meglio di lui. Dalla Germania, dopotutto, non era tanto facile arrivare su un' isola, apparentemente, dal clima tropicale visto l' alta temperatura che lo costrinse ad allentare due o tre bottoni della camicia bianca e nera che si era messo durante il volo.
 
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Myst
view post Posted on 6/6/2012, 13:00




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Tirò un sospiro di sollievo a sentire l'altro muoversi sopra di lui e rispondergli. Ci mise quindi qualche secondo in più a realizzare che la voce di Feliciano proveniva da, uhm, molto vicino al suo viso. Non si scostò quando avvertì l'altro sfiorargli il volto - era troppo incastrato per muoversi, in ogni caso, e poi quel tocco era piacevole, rincuorante, dopo la brutta disavventura.

- Va tutto bene. - rispose. Si sentiva ancora un po' intontito e dolorante, ma la mente stava tornando lucida molto in fretta, data la situazione di emergenza in cui si trovavano.

Si tirò su pian piano, conscio del corpo di Feliciano avvinghiato al suo, stando attento a non fare movimenti bruschi e cercando di mantenere l'altro stretto a sé. Riusciva a scorgere la divisa di Giappone, ora, e ritenne che nonostante l'incidente potevano dirsi fortunati.

- Sicuri di non avere niente di rotto? - chiese ad entrambi.

La domanda dell'alleato orientale lo portò ad altre, pratiche questioni.

- Ho perso completamente il controllo del veicolo, nella tempesta... - rispose onestamente. A preoccuparlo, c'era anche la possibilità che l'elicottero nemico fosse "atterrato" dietro di loro. Per non parlare della fine che poteva aver fatto l'elicottero di suo fratello...
A fatica, spinse il portellone dell'elicottero - si erano rovesciati su un lato, e il veivolo era premuto al suolo, il vetro dell'abitacolo coperto da frasche e rami accumulati durante la caduta in mezzo al fogliame. A fatica, riuscì ad aprire il portello quanto bastava a far entrare una zaffata d'aria... calda. Calda, umida e salmastra.
Ludwig arricciò il naso - non tanto perché l'odore fosse cattivo, anzi, ma... era strano. Certo non familiare.
Con un ultimo sforzo, aprì completamente il portellone, e subito dovette chiudere gli occhi, abbagliato dal riflesso del sole su quella che era... una spiaggia?

- ...territorio sconosciuto. - disse alla fine, coprendosi il viso (costernato) con una mano.
 
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Yao Wang~
view post Posted on 7/6/2012, 15:55




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La voce di Giappone soggiunse placidamente rincuorante, certamente più di quanto non apparissero la penombra velata ed un pungente dolore alle gambe che... Beh, per un momento gli strappò realmente il pensiero di poter essersi rotto qualcosa - o, se non altro, la domanda avanzata da Ludwig, sotto quel capriccioso formicolio, assunse sfumature nettamente più preoccupanti, ecco.
... Salvo poi, veh, rivelarsi l'ennesimo timore tracciato dalla mera suggestione d'un episodio tanto improbabilmente assurdo e raccapricciante, volto ad essere rapidamente sostituito dal torpore di quel caldissimo - e tedeschissimo~! - abbraccio.
Gettò uno sguardo confusamente insicuro al portellone che Ludwig si curò di sollevare, pur a fatica, ed azzardò, recuperata una certa lucidità, a separarsi dal suo corpo quanto bastasse a facilitargli ogni sorta di movimento - ottenendone tuttavia scarsi risultati ed una spallata in pieno viso.

- Umh, che spavento quel ciclone, veh... ! - commentò, flebilmente, nel tentativo di addolcire l'affermazione del tedesco sotto una forma soffusa di ingenua empatia atta a rassicurare l'onesta mancanza succitata. E per un momento, osservando il biondo armeggiare con il metallo semi-incastrato, a Feliciano tornarono in mente le sagome dei due velivoli altrettanto potenzialmente coinvolti - seppur ricordasse bene, insomma, che Gilbert e seguito si trovassero a notevole distanza... E date le circostanze fu proprio una dolcissima fortuna, veh! Sperava con il cuore che almeno gli alleati fossero rimasti illesi.
- Cosa vedi...? - gettando uno sguardo sopra di sè - rapidissimo, invero, giacché fastidiosamente investito dall'improvviso Sole e da... Umh, un'aria piuttosto umida e appiccicosa, veh~! - strinse in una mano la divisa scura del ragazzo, risolvendone l'uso ad un semplice appiglio che lo agevolò nel sollevarsi.

Davanti agli occhi (sgranati in una sorta d'infelice incanto), si!, una spiaggia immensa e desolata, avvolta dalla schiuma lattiginosa di onde notevolmente estese, ed una cornice più o meno pericolosa di rami e fogliame spinoso.
Non certo, veh, le collinette spoglie o gli archi verdeviola degli orizzonti tedeschi, ecco... !
- ... Accidenti ! - esclamò, puntando le mani sul metallo ricurvo - Giappone, vieni a vedere! Siamo su un'isola deserta, veh! - commentò in una nota di sbigottita piacevolezza, non mancando tuttavia di guardare ai resti vilipesi del velivolo con scoraggiato dispiacere.

... E adesso, umh?

Edited by Yao Wang~ - 5/7/2012, 03:59
 
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Kia Lao
view post Posted on 8/6/2012, 18:08




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Anche Giappone si sporse dal portellone ammirando la spiaggia granulosa e biancastra che ricordava abbastanza una delle sue isole, come Iriomote. Incantevole. si limitò a dire per condividere la gioia di trovarsi in un luogo così pacifico e calmo. Tuttavia non riusciva ancora a togliersi dal petto un senso di inadeguatezza e sapeva benissimo a cosa si riferiva : erano ancora in pericolo. Sperduti nel mezzo del nulla. Si chiese. Si appoggiò con i gomiti sulla lamiera del veicolo e ricapitolò la situazione per tentare di pianificare qualcosa. Luogo sconosciuto e l' unico rifugio che abbiamo è questo veicolo. Piuttosto soddisfacente per il momento, ma servirebbero provviste. E con questa ultima affermazione si rivolse specialmente a Italia. Non abbiamo la minima idea di quando farà buio e non abbiamo mezzi per comunicare... vero? e cercò conferma da una possibile reazione sul volto di Germania.

Si scorse di nuovo attorno : il paesaggio offriva molti luoghi di sollazzo e c'erano palme che offrivano un' invitante ombra sulla sabbia soffice e pulita. Si chiedeva se l' isola fosse perfino abitata o meno. Probabilmente Feliciano avrebbe sbuffato un po' per essere stato così brutalmente smontato dalla sua fanciullesca spensieratezza, quindi si affrettò ad aggiungere un piccolo appunto al suo dettaglio. Tutto ciò, però, non ci impedisce di fingere che sia una visita di piacere... per il momento.
 
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Myst
view post Posted on 8/6/2012, 20:56




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Ludwig aggrottò le sopracciglia, mentre socchiudeva gli occhi per esaminare il paesaggio.
- Non sappiamo ancora se sia davvero disabitata, Italien. - corresse. Be', certo quella spiaggia era vuota, ma chissà cosa poteva nascondersi nell'entroterra.
- E non sappiamo se è davvero un isola. Certo dobbiamo essere finiti... un po' fuori dei miei confini, ecco. - commentò.
No, decisamente no. Non c'erano spiagge come quelle, sul Mare del Nord o sul Mar Baltico.

Alla domanda di Giappone, si torse all'indietro per raccogliere la radio. Schiacciò qualche pulsante, ma l'apparecchio non sembrava intenzionato a dare segni di vita.
- E' danneggiata. Posso provare a ripararla, ma senza il manuale adatto, non sono sicuro di riuscire ad aggiustarla. -

Si issò oltre il portellone e finalmente mise piede sulla sabbia, dove i suoi pesanti stivali affondarono immediatamente. Era parecchio caldo, e istintivamente si sbottonò la giacca della divisa.

- Ci conviene cercare di allestire un riparo vicino all'elicottero. Portate con voi tutte le vostre armi, mi raccomando. Dobbiamo essere pronti a difenderci, ed è meglio non lasciarle incustodite -
Già. Perché il posto poteva non essere affatto deserto, si disse Ludwig, ripensando all'elicottero (nemico, senz'altro) che doveva essere stato a sua volta investito dalla bufera.

Si guardò intorno, facendo qualche passo sulla spiaggia. Da un lato c'era la distesa infinita del mare, dall'altro il fronte esterno di quella che aveva tutta l'aria di essere una giungla. Erano decisamente lontani dai suoi confini, ja... se non altro, non sarebbero mancati frasche e legname per costruire una capanna.
 
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Yao Wang~
view post Posted on 10/6/2012, 19:32




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Le prospettive e le considerazioni mosse da Kiku e Ludwig, in effetti, lo indussero a riflettere più sulle condizioni disagiate nelle quali avrebbero dovuto sopravvivere, che non sulla possibilità, spensierata ed ingenuamente ottimista, di poter lenire il tempo sguazzando piacevolmente nell'acqua cristallina, sonnecchiando lungo il suo arco glauco.
Rivolto un sorriso a Giappone, prestò poi dubbiosa attenzione alle parole del tedesco che per primo si decise a percorrere la calura della sabbia rilucente, un po' incerto, un po' raggiante, affrettandosi dunque a recuperare dal velivolo le armi che aveva portato con sè - non che in verità c'avesse riflettuto, veh, ma lì per lì gli apparve piuttosto scomoda l'idea di riporre le succitate armi nel capannone umido e lercio dell'accampamento, mh~... !
- Germania, Germania! - esultò, sventolando un paio di pistole - Io ho portato queste! - e non mancando, un po' goffamente, di liberarsi subito dall'instabile pedana metallica per affondare a sua volta nella sabbia calda...

... Lettaralmente, vehh~, dato che si ritrovò quasi ad assaggiarne una brancata.
Tossicchiò svuotando le labbra dalla consistenza pasticciosa dei granelli - che schifo~! -, issandosi nuovamente per consegnare le armi nelle mani dell'alleato biondo. Ed ansimò appena, invero, per un momento dimenticata quella rigida sorta d'ordine-suggerimento, mostrandosi subito insofferente al caldo torrido.
- Ecco a te, Capitano! Non sono riuscito a portare delle biandere bianche, ma credo sarà semplice costruirle qui! - quasi lo confermò in una rassicurazione ragionata - Umh, ma secondo te non sarebbe il caso di rinfrescarsi un attimo, prima di iniziare a... Emh, montare? - domandò riluttante, seguendo poi l'esempio del suo stesso interlocutore - che, per inteso, liberò la canotta bianca dal peso della divisa - sfilandosi in un gesto rapido la giacca cilestrina, alla quale subito seguirono stivali, cravatta, cintura e pantaloni. Si, beh, aveva proprio molto caldo, veh~!

Attendendo una risposta che, invero, Feliciano diede per scontato giungesse affermativa - se non altro, la fronte lucida e le gote arrossate del tedesco lo portarono a credere che lo stesso non avrebbe disdegnato un bagnetto~ -, gettò un'occhiata alla sagoma di Kiku tuttora ancorata al velivolo, curandosi di sorridergli.
- Giappone, tu vieni a fare il bagno, veh? L'acqua dev'essere bellissima! - esclamò, sotto una forma quantomai assoluta d'abitudinaria esultanza.

Edited by Yao Wang~ - 5/7/2012, 04:01
 
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Kia Lao
view post Posted on 17/6/2012, 17:27




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Anche Giappone recuperò le proprie armi, che aveva riposto accanto a se poco dopo la partenza. Ritrovò la sua Shin Guntō modello 94 nella sua custodia di cuoio nero, solo leggermente graffiata, sotto al pannello di comando del veivolo. Più difficile fù cercare la Nambu Modello 94 per le sue dimensioni. Certo, era piuttosto difettosa come arma e non avrebbe mai sentito la mancanza, ma gli era stata affidata, e questo gli bastava per dedicarsi alla sua ricerca come alla ricerca di un documento di vitale importanza. Ritrovò la custodia vicino al sedile del co-pilota, ma dentro era vuota con solo una manciati di proiettili di scorta. La sua vista era debole, ma riuscì a scorgere un brillio nel punto più buio del relitto dell' elicottero : l' arma che cercava.
Piccola com'era, era fortunato che non si fosse persa in volo rompendo un finestrino o qualcosa del genere.

Si ricompose e si sgranchì la schiena appena mise piede al di fuori della carcassa di metallo. Tuttavia andò subito a ripararsi all' ombra per evitare di avere un malditesta fin da subito. Purtroppo io ho portato poche armi con me, ma si sono salvate. Disse rivolgendosi a Germania che si stava adattando al clima quasi torrido dell' isola. Avrebbe dovuto farlo anche lui, ma il suo senso del pudore gli suggeriva diversamente. Poi rispose all' esuberante domanda di Italia. Scusami davvero, ma preferirei dare priorità alla raccolta di beni di prima necessità... altrimenti non riuscirei a sentirmi a mio agio. Due piccioni con una fava. Avrebbe evitato un bagno imbarazzante e fin troppo agitato rimpiazzandolo con un lavoretto sostitutivo come... una raccolta di frutta della giungla?
Era già un inizio... forse.
 
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Myst
view post Posted on 28/6/2012, 09:42




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Ludwig osservò con aria spiritata il suo alleato italiano che usciva (non senza qualche problema) dall'elicottero.
- Non sventolare e pistole, diamine! E non... cosa stai facendo?! - chiese (ma era una domanda retorica) quando gli abiti di Italia iniziarono a venire lanciati a destra e a manca. Per fortuna l'alleato si fermò prima delle mutande - almeno quello!

- Direi che dovresti impiegare tutta la tua capacità di costruzione delle bandiere bianche nell'aiutarci a mettere in piedi un rifugio, Italien... - commentò Ludwig, togliendosi la giacca senza pensarci.
In effetti, sotto quel sole si cuoceva.

Guardò con una certa ammirazione Giappone, che nonostante l'incidente non aveva perso la sua flemma ed il suo ordine.
- Molto bene. - rispose - Se non altro, non credo che mancheranno selvaggina e frutta, in questo posto. - considerò, osservando la giungla che li circondava.

Si avvicinò all'acqua, trasparente e spumosa, finché la schiuma biancastra delle onde non gli lambì la punta degli stivali. Si chinò e immerse una mano nel liquido iridescente, lasciandosi distrarre per qualche secondo dalla sua freschezza.
Si passò la mano umida sul viso e sui capelli. In effetti era tentato di seguire l'esempio di Feliciano, ma sapeva che prima veniva il dovere...
 
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Yao Wang~
view post Posted on 5/7/2012, 14:46




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Non capiva davvero, veh, quale fosse il problema: potevano semplicemente rilassarsi un attimo, dopo il trauma subìto, e solo in seguito procedere con i lavoroni di costruzione che, di certo, avrebbero richiesto ed esatto un dispendioso spreco di energie (o se non altro, umh, sotto un Sole così torrido, l'acqua avrebbe certamente lenito la fatica, l'affanno e senz'altro rinfrescato le loro menti piuttosto confuse).
Accolte le repliche e i commenti dei compagni, Feliciano esitò qualche istante, persosi d'improvviso nel silenzioso gioco dei granelli di sabbia, ora capricciosamente coinvolti tra piedi e caviglie, e... E schiuse le labbra, ecco, un po' sorpreso dal movimento rossastro che la succitata sabbia sembrò assumere nella forma d'un paio di piccole chele: che granchietto carino~.
Chino sui talloni, giocherellò con l'animaletto quanto bastasse a sollevarlo dal naufragio dorato e a guardarne gli occhietti confusi, ritrovandosi curiosamente ad arricciare le labbra.

- Umh, ma Giappone l'acqua sembra davvero bella! Riposiamoci solo dieci minuti! - commentò, lasciando che anche gli ultimi bottoni della camicia s'aprissero sotto le dita sottili, il granchietto a far penzoloni dal polpastrello pallido. E fu con vaga perplessità, dunque, che guardò dapprima l'amico orientale ed in seguito il Capitano che, veh, una volta manifestato il proprio disappunto, sembrava invece godere della - pur momentanea - frescura, limpida e dolce, offerta dall'acqua in morbido refrigerio.
Sorrise, sincero, e non ci pensò due volte prima di raggiungere il tedesco sulla riva, saltandogli in spalla - l'animaletto abbandonato sul pelo inazzurrato del mare.

- Veh!, dai Germania, facciamo un bagnetto e poi iniziamo i lavori! Di certo la frutta non scappa~! - cercò di persuaderlo, stringendosi al suo collo, oltre il quale sporse il viso a cercare il suo sguardo: il Capitano aveva davvero faticato tanto, in quei giorni, voleva solo si riposasse un momento... In fondo l'ambiente offriva tutto il necessario per... Umh, per rilassarsi, ecco~! - invero, Feliciano nutriva un paio di dubbi in merito all'abbondanza di viveri o alla possibilità di costruirvi un solido rifugio - e, tra l'altro, l'idea di addentrarsi in una foresta simile, che pullulasse magari di animali feroci, non lo solleticava affatto, veh~.
 
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Amelia F. Jones
view post Posted on 5/7/2012, 23:02




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Non avrebbe saputo dire se, durante il tragitto, Antonio avesse o meno aperto bocca: dopotutto, si era imposto di non prestargli ascolto nemmeno se avesse avuto l'impressione di sentirlo sgolarsi in richieste d'aiuto (si, insomma, non era da escludere che venisse attaccato da un esercito di tartarughe giganti, lì sulla spiaggia).
Non aveva intenzione di fingere d'assecondare una delle sue solite, banalissime scuse... né aveva la minima voglia, francamente, di starlo a sentire mentre tesseva l'elogio di suo fratello. Che andasse avanti lui, piuttosto, chissà se quel suo fiuto da cane costantemente in calore non potesse accorciare i tempi della ricerca.
Si, era piuttosto incaz*ato.

... e non aveva visto niente, ancora.
Perchè, beh, non ebbe neanche il tempo di rallegrarsi per la probabile vicinanza di Feliciano, la cui voce aveva cominciato a giungergli alle orecchie con maggior chiarezza, che si ritrovò davanti il macabro spettacolo di questi in groppa al wurstel tedesco. Con un'implicita metafora erotica che avrebbe facilmente potuto concretizzarsi al passaggio successivo.
-FE.LI.CIANO.- scandì, la voce carica di tonante furia e gli occhi ridotti a due fessure diaboliche, mentre la sua figura si ergeva minacciosa (?) poco oltre la siepe da cui aveva appena fatto capolino.
Ci mancava solo una scenografica folata di vento alle sue spalle e, magari, qualche guizzo fiammeggiante al posto del respiro emesso dalle narici.

Che schifo, e che palle.
Il suo uomo che voleva farsi suo fratello che voleva cavalcarsi il nazista che... oh, c'era anche il mandorlataro?... non si poteva guardare, evvaffanc*lo.
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 6/7/2012, 10:35




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Aveva seguito Romano come un animaletto scodinzolante, inframmezzando i passi con esclamazioni estasiate riguardanti il mare cristallino e la vegetazione lussureggiante, oltre che cantare le lodi di quel felice incontro. Il tutto, ovviamente, per dissimulare i cattivi pensieri che le parole del ragazzo avevano insinuato in lui. Come avrebbe reagito se si fosse davvero trovato davanti Germania? Come avrebbe potuto affrontarlo con ancora negli occhi le immagini di sangue e disperazione che si era da poco lasciato alle spalle?
Proseguendo attraverso i cespugli, aggirò Romano e il suo tono minaccioso squillando un entusiastico: - Ita-chaaaan!! - mentre piombava sulla spiaggia aperta e sulla scenetta a tre appena messa in piedi dai membri dell'Asse. Entusiasmo che si gelò all'istante quando si trovò davanti alla peggiore delle ipotesi appena formulate.
La posa s'irrigidì, lo sguardo si affilò come una lama verde e le mani si piantarono sui fianchi mentre, quasi inconsapevolmente, poneva la propria figura tra quella dello sguazzante tedesco e Romano.
- Noto con piacere che la baldoria dei vincitori non si fa attendere. - commentò acido. - E dimmi, che gusto ha? Dolce come la sangria mescolata al sangue versato? -
Ostentava la sicurezza di una forza che non possedeva più ormai da tempo, era rimasto solo l'orgoglio e se avesse abbandonato anche quello si sarebbe sentito perduto.
 
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Myst
view post Posted on 9/7/2012, 22:48




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Ludwig per poco non perse l'equilibrio, quando Feliciano gli saltò sulla schiena - e a quel punto sì che si sarebbe fatto un bel bagno, anche se involontario. Automaticamente, portò le mani dietro la schiena per afferrargli il sedere e far sì che non cadesse - e che non si dimenasse troppo, nemmeno, perché quando si trattava di oziare, Feliciano aveva sempre molte energie da spendere.

- Ora, non è questo il momento per saltellare in giro, verstanden? -

Doveva davvero spiegargli daccapo che la loro situazione era molto, molto brutta? Che erano in un luogo sconosciuto, che avrebbero forse dovuto rimanervi a lungo, che dovevano pensare a come rimanere vivi nel frattempo? Perché per Feliciano era sempre tutto così facile, quando Ludwig non vedeva che problemi e ostacoli?

...ecco.
Avrebbe riconosciuto quella voce ed il tono con cui aveva pronunciato il nome del fratello minore anche se fosse stato sordo, perché sapeva che normalmente alla voce si accompagnavano occhiate assassine.
In un certo senso, Ludwig non si stupì nemmeno troppo nel comprendere che Romano si trovava dietro di lui - la situazione andava assumendo contorni sempre più assurdi, questa era solo la ciliegina sulla torta, immaginò mentre si voltava.
Già, era Romano, in carne ed ossa. E non sembrava felice di vederli.

Prima che Ludwig potesse dire qualsiasi cosa (ma cosa, poi? Aveva da tempo rinunciato a parlare civilmente con l'italiano), comparve Antonio. E quando lo spagnolo aprì bocca, Ludwig capì che l'atteggiamento furioso di Romano era un saluto cordiale, a confronto.

- Non chiamarmi vincitore di una guerra non mia. - ribatté.
Sapeva a cosa si riferiva Spagna, naturalmente. Ludwig aveva preso parte al suo conflitto, appoggiando la parte vincitrice, testando sul campo alcune delle sue nuove armi da battaglia. Ma non intendeva vantarsi di questo, la guerra che doveva vincere era ben altra cosa rispetto a quella che aveva dilaniato l'altra nazione.
- Non stiamo facendo baldoria, né brindando ad alcunché. -

Avrebbe voluto aggiungere che altro che brindisi, erano appena precipitati sull'isola e, almeno per quanto riguardava Ludwig, piuttosto preoccupati della situazione, ma il suo orgoglio gli impediva di dimostrarsi debole agli occhi di qualcuno che si atteggiava in maniera ostile.
 
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98 replies since 31/5/2012, 00:13   1258 views
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