Come d'abitudine, mentre Felicia si nutriva del sangue della sua preda, Luise evitò di distogliere lo sguardo.
Non tanto perchè fosse fin troppo abituata ad assistere a siparietti di quel genere, per provare reale disgusto ad una simile vista. Né perchè avesse concreta ragione di temere che il vampiro appena sconfitto, così mutilato, possedesse ancora le forze sufficienti per rialzarsi ed attaccare.
No, semplicemente non aveva intenzione di fingere d'ignorare la vera natura della ragazza a cui s'accompagnava durante la notte.
Era proprio il caso d'osservarla, invece, con attenzione.
Per tenersi sempre presente a se stessa e per non dar modo all'altra di pensare che, magari, la ragione per cui aveva deciso di non ucciderla dipendesse dalla sciocca convinzione ch'ella non fosse
una vampira in senso stretto.
Rimase immobile, dunque, in silenzio, anche quando vide Felicia coprirsi la bocca sporca di sangue ed allontanarsi dal corpo martoriato della preda... sebbene, negli ultimi tempi, avesse maturato la convinzione che anche la ragazza avrebbe fatto meglio a guardare.
Sapeva perfettamente, certo, quanto quelle scene apparissero odiose agli occhi della vampira; la sua considerazione non nasceva da un ipotetico, immotivato desiderio di rigirare il coltello nella piaga, bensì dalla consapevolezza che un'ingenuità come quella di cui Felicia era (paradossalmente, ma innegabilmente) ben dotata avrebbe rischiato di farla uccidere, prima o poi, quando lei non sarebbe stata lì per proteggerla. Avrebbe dovuto sapere, guardare cosa succedeva ai suoi simili, senza accontentarsi di una conoscenza teorica o di poche, timide occhiate rubate a scenari su cui chiunque avrebbe preferito non soffermarsi.
Sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe dovuto difendersi da sola, difendersi
sul serio.
Per quella volta, ad ogni modo, si risparmiò commenti o esortazioni.
Dan, probabilmente impegnato a cacciare nei paraggi, aveva appena fatto capolino sulla scena e Luise, nonostante non fosse prevenuta nei riguardi del collega e l'avesse sempre visto rapportarsi amichevolmente con Felicia, preferì tenere per sé le proprie considerazioni sull'argomento.
Si limitò ad osservare l'altro che portava a termine il lavoro, riservando giusto una rapida occhiata alla vampira, per controllare se si trovasse effettivamente ancora rannicchiata su se stessa. Così era, e forse fu un bene che la voce di Dan suonasse così coinvolta: a lei, la parte delle rassicurazioni non riusciva mai bene.
Mancava ancora qualcosa, però.
-No.- obiettò, soltanto, in risposta all'affermazione del collega, per poi tirare fuori dalla tasca uno di quei suoi particolari accendini ed avvicinarlo al cadavere del non morto
-Domani è domenica, questo posto sarà pieno di persone in visita alle tombe dei familiari.- aggiunse, chinandosi quando bastava per appiccare il fuoco ad un lembo degli abiti indossati dal vampiro, per poi osservarlo propagarglisi lungo tutto il corpo.
Non potevano rischiare che qualcuno lo trovasse lì, la mattina seguente, meglio cancellare subito ogni prova, per fortuna quelle creature bruciavano in fretta. E
per fortuna, se ne assicurò con la coda dell'occhio, Felicia era girata.
... mh, si, purtroppo capitava spesso che i suoi logici ragionamenti di cui sopra mancassero della determinazione sufficiente per trovare applicazione, ai fatti, quando si trovava davanti quella figura minuta davanti alla quale, per un motivo o per un altro, le sembrava sempre eccessivamente crudele dar loro forma.
Ho improvvisato un po' anche stavolta, qua e là, spero sia tutto ok ><.
Edited by Amelia F. Jones - 18/8/2012, 20:15